Villaggio Turistico Isola Volpera

PRPC | Laguna di Grado | Gorizia | 2006-10

+ Michela Maricchio

Forme alternative per un progetto conveniente.  Nell’ottica di praticare uno sviluppo turistico sostenibile dell’isola Volpera, sono state effettuate alcune riflessioni, che prendono spunto dalla considerazione che le città e i territori antropici sono durevoli, olistici e con tipologie organiche in un processo di continua evoluzione, inerente l’uso, la tecnologia e la forma. In particolare, l’attenzione è rivolta a quelle azioni che considerano importante: -1-    recuperare lo storico “buon senso” nella gestione del territorio; -2-    recuperare il perduto equilibrio tra l’uomo e la natura (ecosistema); -3-    pianificare in modo “olistico” basato sui processi ciclici degli elementi primitivi e la loro autoregolazione.

 Il progetto mira così al ripristino delle connessioni tra il costruire, la storia e il paesaggio naturalistico, individuando le linee guida per una pianificazione bioclimatica, ecologica ed organica di quest’area situata in una posizione “fragile” tra il mare e la laguna. L’impostazione progettuale di un eco-villaggio si delinea attraverso: 1)      le eco-demolizioni; 2)      la valutazione ecologica della durata dei materiali da costruzione; 3)      il progettare in sintonia con le caratteristiche climatiche; 4)      la riduzione dei rifiuti, raccolta, trattamento e riciclaggio; 5)      il risparmio di energia e risorse; 6)      le strategie ideologiche; 7)      l’uso ottimizzato di risorse energetiche rinnovabili; 8)      la conservazione e valorizzazione del territorio attraverso i corridoi naturalistici e gli ambiti storico-naturalistici caratterizzanti.

La struttura generale di progetto si identifica con la connessione strategica dell’area alla laguna, attraverso il rafforzamento visivo e fattivo della nuova vegetazione. La residenza ricettiva si articola sulle due aree, a nord e sud dell’asse principale di penetrazione all’ambito, attraverso un sistema organico di funzioni complementari che vengono collocate nelle zone esterne a est ed a ovest: servizi, aree coperte per il tempo libero e lo sport, attività commerciali, ristoranti, piccole sale per seminari, workshop, ect. Le residenze si sviluppano attraverso due tipologie, ipotizzate nelle dimensioni di 38 e 55 mq, che viene distribuito sul territorio attraverso un’intercalare progressivo di cinture verdi ed edificato. La preponderante organizzazione territoriale, caratterizzata da lievi andamenti altimetrici del terreno (sulla base del sistema dunale un tempo presente nell’area), è assunta da modello anche nell’ambito della residenza ricettiva, che sarà propedeutico anche alla strutturazione del recupero delle acque piovane da riutilizzare a scopo irriguo e per lo scarico dei reflui. L’intenzione è quella di recuperare l’immagine e le caratteristiche proprie dell’ambiente lagunare, nella considerazione che è comunque un tipo di territorio in continua evoluzione e modificazione. La destinazione turistica ha, in questo modo, effetto positivo per quanto riguarda la “caratterizzazione” di quest’ambito unico nel suo genere e la capacità di effettuare un continuo monitoraggio e nella naturale trasformazione. Laguna e presenza equilibrata dell’uomo, nell’ottica di vivere il proprio territorio, adducendo profitto economico con pratiche derivate dal buon senso.

 I principali elementi, su cui si basa l’orientamento di progetto, sono individuabili in:  a) Bacini / laghetti per la raccolta di acqua piovana e installazione di impianti per la fitodepurazione, attraverso la non impermeabilizzazione del suolo: l’azione permette di effettuare il risparmio e riciclaggio dell’acqua occorrente, che a volte può coprire sino al 50% del fabbisogno dell’insediamento umano e per la vita dell’ambiente naturale; b) Edifici ecologici, intesi come attività costruttiva sostenibile, le cui architetture sono riferibili a: inquinamento indoor, ciclo di vita dei materiali e dei componenti, comportamento energetico degli edifici e delle soluzioni tecnologiche, valutazione eco-economica delle varie fasi del processo edilizio e del suo impatto sull’ambiente, riuso e riciclaggio dei materiali, ricerca dei materiali e soluzioni alternative rispetto a sostanze rilevatesi dannose per la salute e l’ambiente; c) Energia rinnovabile, intesa come “case che producono più energia di quella che consumano”, attraverso l’utilizzo di sistemi fotovoltaici, isolamenti termici efficienti e impianti di ventilazione che consentono il riscaldamento dell’aria fredda invernale con quella calda dell’aria esausta; e) Piscina sul lato ovest, come momento di giusto utilizzo delle capacità territoriali senza interferire in modo violento con l’ecosistema esistente e potenziamento dell’offerta turistica; f) Dune nell’area del parcheggio, come riproposizione dell’antico stato ambientale dell’area e separazione dall’asse stradale e dall’area dei servizi / ristorante, con duplice risultato: una efficace barriera al rumore propedeutica all’ottimizzazione dell’insediamento umano e di quello faunistico, e la possibilità di creare ampie zone di parcheggio in modo da “liberare” dalla vista l’inevitabile presenza delle automobili; g) Rilievi su cui si innestano gli edifici, che consistono nella creazione di un leggero pendio sul piano di campagna dell’edificato, in modo da favorire la raccolta delle acque piovane e aumentare il grado di isolamento degli stessi, oltre alla riproposizione del sistema generale a “duna”; h) Armonizzazione globale dell’area, infine, come atteggiamento progettuale che mira  alla creazione di un sistema-di-progetto integrato, rafforzato dalla interrelazione delle complessità, delle differenze e potenzialità, siano antropiche o naturalistiche; la possibilità di muoversi nelle tre aree, attraverso un “percorso guidato” che ci porta in modo fluente da una caratterizzazione ad un’altra – edificato, natura, sport – viene rafforzata dagli elementi di raccordo – acqua, vegetazione, colore, tracce – che tessono costantemente la trama dell’ambito e del territorio circostante, rivelando contemporaneamente il tutto e il particolare.

 Nella consapevolezza che un progetto “pensato” possa rivelarsi nel tempo uno strumento efficace per l’evoluzione endemica di un territorio attraverso una prassi di azioni svolte in modo costante e coerente, si deve trovare un nuovo orientamento nell’atto del costruire, affinché torni ad essere percepito dalla società non più come  temibile fonte di aggressione  per l’uomo e per l’ambiente, da cui difendersi attraverso leggi e regolamenti che assumono sempre più unicamente valori fiscali, ma tendente a riannodare i fili di un’antica alleanza tra l’uomo e il suo ambiente.

 

 

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